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….In effetti, la definizione che secondo me si avvicina di più a quel concetto “impalpabile” che è il Filo del Nulla, è la Ricerca; ricerca interiore certo, ma anche, volendole dare un significato più esteso, andare oltre. Oltre l’apparenza, estraniandosi e guardando noi stessi e gli altri attraverso una dimensione “pulita”, non inquinata da preconcetti ed insegnamenti assorbiti in modo forzato, imposti dal momento.

La vita di ogni giorno è come una grande, unica ed incoerente sorgente di sensazioni. Se ci si espone così, senza filtri, non potremo mai discriminare tra le varie componenti di una sensazione, quelle che per noi hanno un significato più profondo.

Secondo me, è proprio questo “Filo del Nulla” che permette, come un prisma, di scomporre le sensazioni e che ci rende sensibili alle emissioni che arrivano da particolari sorgenti. Ecco quindi la necessità di circondarsi di “espressioni” umane. Ascoltare della musica, guardare un quadro, parlare con una persona sono solo esempi di una continua voglia di affinare il nostro “filtro”, arricchendolo di componenti, di campioni.

Ognuno di noi dovrebbe crearsi un angolo temporale e spaziale in cui rifugiarsi e scaricare sensazioni ed emozioni accumulate durante la nostra vita, così, inutilmente, magari in una domenica pomeriggio, o la sera prima di addormentarsi o ancora lasciandosi cullare dal dondolio di un treno o di un autobus…

Io tento di farlo con i miei dipinti, in modo personale, intimo. Come in un diario prendo appunti ed ogni tanto li rileggo per rivivere le stesse sensazioni che mi hanno spinto a crearli, ripercorrendo le strade tracciate dal “Filo del Nulla”.

 

 

 

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