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Leggere la poesia referenzialmente: con riferimento alle realtà storiche e materiali ad essa sottese o allusivamente,come trasfigurazione del reale?

 

Poesia come luogo testuale che rende possibili letture multiple; la scelta spetta al lettore, il poeta può limitarsi ad utilizzare le sue parole  per suggerire una lettura che non sia univoca. Influire sulla struttura di ogni elemento del linguaggio perché ricopra funzioni diverse da quelle che ha nel linguaggio della prosa.

 

Per quanto concerne la mia poesia, l'impulso ritmico deve trasmettere una sensazione di iteratività, di ossessività, rafforzata dalla presenza delle parole-chiave, che sono le parole fondanti del mio discorso.

 

Poesia come conquista drammatica e quotidiana per immergere le mani nella lava della mia ed altrui esistenza e recare ordine là dove c'è disordine: per questo, forse, il mio è un linguaggio poetico complesso, impervio, refrattario ad un'interpretazione immediata. La risposta, quindi, è a quest'interrogativo: è possibile conferire ordine ed attribuire voce ai frammenti disarticolati ed afasici di tutte le esperienze con cui si viene a contatto?

 

Il linguaggio poetico come spazio chiuso in se stesso, percorso da continui ritorni di parole-chiave, dove si manifestano simmetrie o asimmetrie che finiscono poi per ricomporsi in altre simmetrie, costituendo così un gioco di parole-chiave e di elementi variabili.

 

Di fronte alla drammaticità dell'esistenza, alla sua insostenibile leggerezza, scelgo, in totale autonomia, di vivere fino in fondo le mie ossessioni, in un tentativo di occultarle o di mostrarne nuovi aspetti inaspettati, dietro le molte maschere che il linguaggio mi può consentire; sono queste maschere che conferiscono nuova forma ai contenuti, gli danno slancio, lo spingono a levarsi o lo rendono scabro e desolato come un paesaggio roccioso (Death Valley, quadri di Nicholas De Stael).

 

In questo modo, raggiungo una consapevolezza di me, e della mia parola, come realizzazione momentanea, ma completa, della mia esistenza.

Mi piace pensare che il poeta sia un esiliato dalla prima parola, dalla parola dell'inizio: i tentativi di ricerca poetica potrebbero quindi nascere come una rivolta contro questo esilio, come espressione di un desiderio, forse impossibile,di ritorno a quell'inizio, a quella parola, e di un altro desiderio: raggiungere uno slancio di cattedrale gotica là dove l'usura del quotidiano richiede o esige banale regolarità.

 

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